10 aprile 2020

Il Partito Comunista dei Lavoratori denuncia con un proprio esposto le responsabilità del governo nazionale, di quello lombardo e della Confindustria nello sviluppo esponenziale del contagio e delle morti nella regione Lombardia


esposto

Qui di seguito l’esposto presentato dal nostro partito alle procure di Bergamo, Brescia, Milano, Roma nei confronti del governo nazionale (in primis Conte e Speranza), di quello regionale lombardo (in primis Fontana e Gallera) e dei vertici di Confindustria (in primis quella lombarda) relativamente alla mancata creazione di una “zona rossa” almeno nel bergamasco (Alzano Lombardo, Nembro).
Da molti giorni sottolineiamo il ruolo criminale dei padroni lombardi, le cui pressioni a Milano e a Roma, come denunciava il moderato sindaco PD di Brescia in una intervista al Fatto Quotidiano, hanno portato a non aver deciso l'istituzione di zone rosse in Lombardia dopo quella di Codogno.
Ora, senza essere infettivologi, a noi è apparso chiaro, per logica non formale ma dialettica, dall’esperienza cinese e da quella di Codogno, che una quarantena rafforzata in focolai di epidemia particolarmente virulenti riduce l’epidemia sia all’esterno che all’interno della zona in cui viene applicata.
Negli ultimi giorni sono diventati di pubblico dominio alcuni fatti gravi.
Il 2 marzo il comitato tecnico-scientifico nazionale inviava al governo una nota urgente, a firma del suo presidente Brusaferro, chiedendo l'istituzione di una zona rossa a Alzano e Nembro. Invece di applicare questa misura immediatamente, Conte e Speranza prendevano tempo fissando una riunione non immediata, ma due giorni dopo, per verificare "se c'era proprio la necessità”. Nel contempo si interfacciavano con il governo lombardo, il quale aveva, per confessione al sito The Post Internazionale del presidente di Confindustria lombarda Bonometti, un incontro sulla questione con i vertici dell'organizzazione padronale, di cui si può ben immaginare le posizioni sulla questione.
Il problema era ovvio. A Codogno c'è solo una fabbrica chimica medio-grande, la Unilever. In Val Seriana ci sono centinaia di fabbriche metalmeccaniche, di cui decine medie e grandi. È probabile, considerando quello che ha affermato il sindaco di Brescia, che analoghi incontri o colloqui si siano svolti
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9 aprile 2020

Tutto il mondo è capitale

Tutto il mondo è capitale, scrivevamo alcuni giorni or sono. E così è. Anche quando al governo siedono i ministri della sinistra cosiddetta “radicale”. In Italia il peggior crimine in mare contro gli immigrati fu commesso nel 1997, quando fu affondata nel Canale d'Otranto una nave albanese carica di migranti, con centinaia di morti in fondo al mare. Governava allora Romano Prodi, col sostegno di Bertinotti, Cossutta, Rizzo... Lo stesso governo che varò i campi lager per gli immigrati con la Legge Turco-Napolitano. Le politiche xenofobe dei successivi decenni trovarono un terreno già arato.
La sinistra fa spesso il lavoro sporco della destra, stendendole il tappeto sotto i
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7 aprile 2020

A chi vanno i quattrocento miliardi? E chi li paga? Il “poderoso” intervento del governo a favore delle banche e a spese dei salariati


contegualtieriLe imprese vengono garantite dalle banche. Che vengono garantite dallo Stato. Che viene garantito da... lavoratori dipendenti e pensionati

«Un volume di fuoco mai visto», «l'intervento più poderoso della storia d'Italia». Le iperboli si sprecano sulla bocca del Presidente del Consiglio per magnificare le misure economiche varate ieri. Al netto della propaganda tronfia, c'è un nucleo di verità nelle parole di Conte, perché l'intervento è davvero poderoso. Ma a favore di quale classe? E chi è chiamato a pagare il conto? Questi interrogativi elementari sgonfiano il pallone della retorica e riportano le cose alla realtà. Realtà purtroppo assai miserabile. Nella più grande crisi sanitaria e sociale del dopoguerra, il governo italiano ha stanziato 3,5 miliardi per la sanità mentre ha posto 400 miliardi di risorse pubbliche a garanzia delle banche e a favore delle imprese, incluse naturalmente le imprese della sanità privata, che destinano l'1% alle terapie intensive perché poco remunerative. Oppure le imprese che gestiscono il ricco business delle residenze per anziani e case di riposo dove si sono condannati a morte in stato di abbandono centinaia di ospiti indifesi.


LA GIOIA DEI CAPITALISTI
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