10 aprile 2019

Confindustria e Landini a braccetto a sostegno dell'Unione Europea

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La nuova segreteria Landini in CGIL era stata presentata come garanzia di svolta della confederazione. Nonostante il nuovo segretario portasse in dote il peggior contratto della storia dei metalmeccanici pur di accreditarsi agli occhi dell'apparato, questa illusione è stata ampiamente condivisa in ambienti diversa della sinistra, con la immancabile benedizione de Il Manifesto.
Ora parlano i fatti.

L'appello unitario di Confindustria e CGIL, CISL, UIL a sostegno dell'Unione Europea non è un innocuo pezzo di carta, ma un fatto politico di prima grandezza. L'organizzazione dei padroni e le burocrazie sindacali si tengono a braccetto alla vigilia delle elezioni europee. Firmano insieme un appello che esalta la funzione sociale di progresso dell'Unione (salari e pensioni ringraziano), loda la UE come garanzia di pace (e i bombardamenti su Belgrado? E il sostegno al governo di guerra in Ucraina?), e soprattutto rivendica lo sviluppo competitivo delle aziende europee, la massima concentrazione delle imprese europee per consentire loro «di raggiungere dimensioni comparabili a quelle
americane», il ruolo di possibile
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