Coronavirus e ricerca scientifica. (Marco Ferrando)
Si è soliti dipingere il coronavirus come "il cigno nero", l'evento
catastrofico assolutamente imprevedibile che cambia il quadro d'insieme.
È inesatto. Indubbiamente la nuova grave epidemia ha un impatto enorme
su scala internazionale, ed in particolare in Italia. Ma era talmente
poco imprevedibile che una parte della comunità scientifica aveva
previsto la sua eventualità.
Sono diciotto anni infatti che imperversa una stessa famiglia di virus, con epidemie che si accendono, si spengono, si riaccendono, a seconda delle mutazioni del virus, senza che vengano rintracciate cure. Prima la #SARS del 2002/2003, poi la MERS del 2012 in Medio Oriente, ora il SARS-CoV-2 (Covid-19).
Già, ma perché non vengono rintracciate cure? Lo spiega candidamente la #GoldmanSachs in un rapporto del 10 aprile 2018, dal titolo “Rivoluzione del genoma”. Ci sono terapie dei mali che sono «non sostenibili per il business delle case farmaceutiche». Questo perché
Sono diciotto anni infatti che imperversa una stessa famiglia di virus, con epidemie che si accendono, si spengono, si riaccendono, a seconda delle mutazioni del virus, senza che vengano rintracciate cure. Prima la #SARS del 2002/2003, poi la MERS del 2012 in Medio Oriente, ora il SARS-CoV-2 (Covid-19).
Già, ma perché non vengono rintracciate cure? Lo spiega candidamente la #GoldmanSachs in un rapporto del 10 aprile 2018, dal titolo “Rivoluzione del genoma”. Ci sono terapie dei mali che sono «non sostenibili per il business delle case farmaceutiche». Questo perché