15 gennaio 2020

Nei CPR si muore e scoppiano le proteste, ma la censura del Viminale impedisce gli ingressi della società civile

  E la società civile si fa gli affari suoi e non sa neanche dell'esistenza di questi lagher (dove sono quelle facce di plastica che aspirano a grandi ed esaltanti cariche politiche... e i poveri senatori a vita e i gettonari ? Redazione Italia
Nei CPR si muore e scoppiano le proteste, ma la censura del Viminale impedisce gli ingressi della società civile
Pian del Lago
di Fulvio Vassallo Paleologo*
Nell’ultimo anno si è parlato di CPR (Centri per i rimpatri) soltanto per sottolineare il “disagio” delle forze di polizia incaricate della sorveglianza, criminalizzare gli “ospiti” di queste strutture detentive, o per creare allarme ipotizzando una “regia esterna” delle numerose proteste che nei casi più gravi sono culminate con incendi e danneggiamenti. Mai un accenno alle condizioni disastrose delle strutture, all’abbattimento dei costi e quindi dei servizi di assistenza e consulenza garantiti dagli enti gestori, alla eterogeneità della popolazione detenuta, che per effetto del decreto sicurezza, poi convertito nella legge n.132 del 2018, annovera sempre più spesso richiedenti asilo denegati e soggetti vulnerabili rimasti privi di un permesso di soggiorno per la cancellazione della protezione umanitaria.
Di fronte ad una situazione che in passato era stata denunciata con interventi Rapporti assai dettagliati, non è stata concessa alcuna possibilità di ingresso ai rappresentanti della società civile, come gli
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