28 dicembre 2019

Notizie dal Mondo / La crisi degli antibiotci

 

La crisi degli antibiotci

DI FRANCESCO ERSPAMER
facebook.com
In prima pagina il New York Times di oggi (qui) spiega che nuovi antibiotici in grado di attaccare batteri diventati resistenti agli attuali farmaci potrebbero non venire prodotti, esponendo a sofferenze e morte milioni di persone. Come mai? Perché gli speculatori (ma il giornale li chiama investitori) e le mega-aziende farmaceutiche non pensano di guadagnarci abbastanza e dunque non finanziano la ricerca; capirete, si tratta di medicine che in pochi giorni possono guarire un paziente: dal punto di vista commerciale una fregatura, meglio puntare su quelle belle terapie che non eliminano la malattia ma tengono in vita il malato per anni o decenni, diventando una tassa per la sopravvivenza raccolta da compagnie che prosperano grazie alla rendita assicurata dai brevetti — il più tipico degli abusi del capitalismo e oggi considerato ovvio e giusto dalla maggioranza della gente.
Cosa vuole il New York Times? Che i governi non pongano tetti al prezzo delle medicine e che i loro programmi assistenziali non chiedano sconti, in modo da far sì che i suddetti speculatori possano guadagnare trilioni. Se no, ci ammonisce, saranno i meno abbienti a soffrirne le conseguenze.
Invece io ho un’altra soluzione: visto che i miliardari i loro soldi li sanno usare solo per creare altri miliardi, non per risolvere i problemi del mondo e dei popoli, bisogna toglierglieli. Non una percentuale di essi: tutti. Come giustamente ripete Bernie Sanders, i miliardari non dovrebbero esistere: un patrimonio di qualche decina o centinaia di milioni deve essere sufficiente anche per i più avidi: chi vuole di più è un sociopatico e una minaccia allo Stato. Certo, lo Stato è spesso sprecone e corrotto, ma la balla che i privati siano migliori o più efficiente l’hanno inventata i privati, e siccome in tanti ci hanno creduto, oggi una trentina di individui possiedono più beni di metà della popolazione mondiale.
Vi prego, pensateci prima di sostenere o votare per i partiti che in Italia lavorano per la privatizzazione della sanità: Renzi e Berlusconi soprattutto, ma anche il loro alleato naturale, Salvini. In parte, purtroppo, anche il Pd: ma coloro che apertamente vogliono americanizzare il paese sono Italia Viva, Forza Italia e la Lega.

Francesco Erspamer
Fonte: www.facebook.com

27 dicembre 2019

La Cannabis fa male o no? Ecco tutto quello che può dirci la scienza sulle droghe leggere

Il dibattito sulla marijuana è tornato di attualità, alimentando lo scontro tra chi vorrebbe legalizzarla e i proibizionisti. Vediamo cosa è emerso fino a oggi dai diversi studi e cosa c'è di vero e di falso sui pericoli per la salute

La Cannabis fa male o no? Ecco tutto quello che può dirci la scienza sulle droghe leggere
Quasi quattro adolescenti italiani su dieci l’hanno provata almeno una volta nella vita, è il cuore di uno dei più grandi traffici illegali al mondo e le sue proprietà portano beneficio a migliaia di pazienti. La cannabis resta una materia ambivalente, accesa a intermittenza senza una vera discussione.

Non solo la recente discussione alla Camera, subito ricacciata nel cassetto , ha portato al centro del dibattito la sua legalizzazione, ma anche il fatto di cronaca che ha visto al centro il suicidio di un sedicenne di Lavagna, dopo che la Guardia di finanza ha perquisito la sua abitazione perché in possesso di una decina di grammi di marijuana.

Per quella che è la sostanza illecita più consumata d’Europa e con la maggiore probabilità di essere utilizzata da tutte le fasce di età, ancora oggi dopo decenni le idee non sono chiare. Studi discordanti e opinioni diffuse, spesso fasulle, non aiutano. La cannabis crea dipendenza?
Continua a leggere...»

23 dicembre 2019

AL FIANCO DEL FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA E DELLA SINISTRA ANTISIONISTA E ANTIMPERIALISTA!


Alle prime ore del giorno nella Palestina Occupata e amministrata dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) è stata effettuata una gigantesca retata contro militanti e simpatizzanti della sinistra rivoluzionaria palestinese del FPLP. Un’operazione condotta dai servizi di sicurezza israeliani (Shin Bet), non casuale e in linea con il dichiarato intento di Annessione di quella porzione di Palestina direttamente allo Stato israeliano, assecondata dal gigante sionista statunitense.

Un’ondata repressiva che colpisce la più importante organizzazione della sinistra, marxista, del movimento di Resistenza all’Occupazione, al Colonialismo e all’Apartheid israeliano: il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Con il chiaro obiettivo di smantellare una delle poche reti di Resistenza ancora presenti nella Cisgiordania amministrata dall’ANP, sottoposta al Tallone di Ferro dell’Occupazione sionista tramite le famigerate collaborazioni di sicurezza tra le forze colonialiste e gli apparati polizieschi della stessa ANP - che come Fronte Palestina denunciamo da molto tempo - senza di cui non sarebbe stata possibile la retata odierna. Un collaborazionismo con l’Occupazione e il Colonialismo che dopo il totale fallimento degli Accordi di Oslo, l’annessione di Gerusalemme e quella paventata delle colonie sioniste nella West Bank da parte dello Stato “ebraico”, trova solo nella borghesia compradora palestinese e nel suo servilismo accattone, l’unica ragion d’essere.
Ma l’aggressività sionista non solo riguarda la resistenza arabo-palestinese all’Occupazione, al Colonialismo e all’Apartheid in Palestina, ma rappresenta un aspetto di punta di una più ampia strategia repressiva internazionale, condotta a vari livelli e su differenti argomenti, convergendo sull’obiettivo strategico di normalizzare e legittimare lo Stato sionista, in quanto forma storica contemporanea della politica razzista e neocolonialista dell’imperialismo Occidentale. Un’aggressività che di volta in volta, nell’emisfero “occidentale”, si presenta come demonizzazione di esponenti politici non perfettamente allineati con i desiderata dell’oligarchia sionista, come criminalizzazione della Campagna anti-israeliana di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) attraverso legislazioni ad hoc e, non ultima, l’equiparazione del razzismo Antisemita alla politica dell’Antisionismo in quanto critica dello Stato israeliano, spesso ottenuta sull’onda emotiva con la strumentalizzazione di odiosi attacchi neo-nazisti. Per non parlare dell’America Latina dove politicamente – e non solo… - l’entità sionista si è resa protagonista nella realizzazione di golpe sia striscianti che palesi in funzione neofascista e controrivoluzionaria, nella la repressione politico-militare delle forze progressiste e di sinistra.
In questo quadro non poteva certo mancare l’Italia, dove la componente sionista dell’affarismo nostrano si è notevolmente infoltito, generando notevoli entrature anche nella cosiddetta “sinistra moderata”, ovviamente in contrapposizione alla sinistra antagonista al capitale e al Sionismo. Dall’alto valore simbolico e politico-ideologico hanno anche qui le campagne mediatiche criminalizzanti contro il BDS, le contestazioni antisioniste del 25 Aprile e di tutte quelle iniziative che rispondono nient’altro che all’hasbara per la normalizzazione e la legittimazione internazionale dell’Entità sionista che occupa e colonizza la Palestina da oltre 70 anni.
Ormai può e deve essere chiaro a tutti che la lotta contro il Sionismo non è una questione “nazionale”, bensì di internazionalismo di classe.
AL FIANCO DELLA RESISTENZA E DELLA SINISTRA ARABO-PALESTINESE!
CONTRO IL SIONISMO E L’IMPERIALISMO!
Fronte Palestina