3 marzo 2020

Il nostro no, chiaro e netto, ai partiti borghesi e alle loro truffe,

Ma il nostro no, chiaro e netto, ai partiti borghesi e alle loro truffe, muove dal versante degli interessi dei lavoratori, senza alcuna subordinazione alle istituzioni di questo Stato.
Non ci identifichiamo con il parlamentarismo borghese, una identificazione che indebolisce oltretutto le ragioni del no a livello di massa a tutto vantaggio della demagogia reazionaria anti-casta.
Non idolatriamo, a differenza delle sinistre riformiste (e non solo), la Costituzione borghese del 1948, figlia del compromesso storico tra De Gasperi e Togliatti a difesa del capitalismo italiano. Non pensiamo che nel quadro del parlamento borghese possa realizzarsi una alternativa di società.
Ci battiamo per il potere reale dei lavoratori, delle lavoratrici, della maggioranza della società, contro l'attuale dittatura dei capitalisti, che resta tale anche sotto la democrazia borghese.
Ci battiamo per una democrazia dei consigli dei lavoratori, basati sul principio della permanente revocabilità di ogni eletto e sulla cancellazione di ogni suo privilegio sociale (retribuzione pari a quella media di un operaio). Una democrazia vera che oltretutto abbatterebbe realmente “i costi dello Stato”, rendendolo finalmente a buon mercato.
#Referendum
Il referendum del 29 marzo ha come oggetto la legge voluta dal #M5S sulla riduzione del numero dei parlamentari. Una legge prima votata da M5S, #Lega, Fratelli d'Italia sullo sfondo del primo governo Conte; e successivamente anche dal #PD e da #LeU come partita di scambio con il M5S per la formazione del secondo governo #Conte e della nuova maggioranza.
La legge riflette un corso politico truffaldino e reazionario.
L'argomentazione che la supporta è
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