ANCORA PRESI PER IL CULO DALLA UE, MENTRE IL GIORNALISMO MUORE.
P.Barnard
La farsa di sto parlamento UE, per cui andrete a votare e da
me comprovata qui, ha
toccato ieri un altro fondo del fondo, con l’annuncio della strombazzata
approvazione della Direttiva per la
Protezione dei Whistleblowers (informatori interni ai Poteri che informano
i media sulle vere porcherie dei Poteri). Il giornalismo senza questi
informatori praticamente non esiste, esso si ridurrebbe a cronaca spicciola, opinioni o inchiestine su documenti di Google.
Julian Assange – fottuto, perché gli americani non sono
scemi e nella messa in stato d’accusa hanno scritto “furto di password segreta militare con tentativo di crackare computers
militari” e non “pubblicazione di…”
proprio per aggirare l’ostacolo della sacra libertà di stampa – è a marcire in
galera assieme alla Whistleblower Chelsea Manning. L’opinione pubblica su
questo mormoricchia, fa smorfiette (cioè fa l’opinione pubblica, cioè non fa
quasi un cazzo), ma la prode UE del Politically Correct deve farsi vedere
attenta! E che fa? S’inventa una legge bufala, farlocca come è quasi
impossibile immaginare, e la sbandiera su tutti i giornali e Tv come “Ah! vedete? Noi le soffiate dei Whistleblowers
alla stampa a fin di bene le prendiamo sul serio!”, cioè promulga la Direttiva per la Protezione dei
Whistleblowers. Questo col fiero tripudio dei parlamentari UE del 5Stelle,
che più poverini di così non si può. Ma il tutto è