19 aprile 2019

ANCORA PRESI PER IL CULO DALLA UE, MENTRE IL GIORNALISMO MUORE.


P.Barnard
La farsa di sto parlamento UE, per cui andrete a votare e da me comprovata qui, ha toccato ieri un altro fondo del fondo, con l’annuncio della strombazzata approvazione della Direttiva per la Protezione dei Whistleblowers (informatori interni ai Poteri che informano i media sulle vere porcherie dei Poteri). Il giornalismo senza questi informatori praticamente non esiste, esso si ridurrebbe a cronaca spicciola, opinioni o inchiestine su documenti di Google.
Julian Assange – fottuto, perché gli americani non sono scemi e nella messa in stato d’accusa hanno scritto “furto di password segreta militare con tentativo di crackare computers militari” e non “pubblicazione di…” proprio per aggirare l’ostacolo della sacra libertà di stampa – è a marcire in galera assieme alla Whistleblower Chelsea Manning. L’opinione pubblica su questo mormoricchia, fa smorfiette (cioè fa l’opinione pubblica, cioè non fa quasi un cazzo), ma la prode UE del Politically Correct deve farsi vedere attenta! E che fa? S’inventa una legge bufala, farlocca come è quasi impossibile immaginare, e la sbandiera su tutti i giornali e Tv come “Ah! vedete? Noi le soffiate dei Whistleblowers alla stampa a fin di bene le prendiamo sul serio!”, cioè promulga la Direttiva per la Protezione dei Whistleblowers. Questo col fiero tripudio dei parlamentari UE del 5Stelle, che più poverini di così non si può. Ma il tutto è
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